Ho sempre considerato la saga di Don Camillo e Peppone (interpretati rispettivamente da Fernandel e Gino Cervi), i due amici eternamente in lotta su tutto e per tutto, un film senza tempo.
Di quelli che ti rilassano perché sai fin dall’inizio che finirà tutto bene.
Mi piace perché non c’è violenza. Tante liti e battibecchi, quello sì, ma alla fine il buonsenso prevale sempre.
Racconta di un mondo lontano, semplice, oggi molto difficile da immaginare.
In realtà questo mondo lontano esiste ancora ed è a Brescello, paesino della Bassa Reggiana in cui è stato girato il film!
Quindi zaino in spalla e… si parte!
Passeggiando per le vie della città è possibile rivedere ancora ora il paesaggio in bianco e nero dell’opera.
La piazza, la Chiesa, la strada principale, tutto è rimasto come allora. E qui si trova ancora oggi il “Museo di Peppone e Don Camillo“.
Non è molto conosciuto, ma in realtà è la più grande raccolta e collezione di materiale legato al film. Qui è possibile trovare le fotografie del set con scene inedite, momenti fuori onda, le biografie degli attori e le interviste fatte all’epoca.
Appeso ad un muro è presente anche il manifesto in cui il sindaco annunciava orgogliosamente ai cittadini che Brescello era stato scelto per girare il film e si chiedeva di avere un po’ di pazienza se le riprese avessero portato alcuni disagi.
I visitatori possono ammirare le bici originali con cui Fernandel e Gino Cervi si sfidavano nel corso delle loro interminabili battaglie.
È poi presente il famoso sidecar di Peppone e l’abito talare del parroco.
Il carattere (poco) pacifista di entrambi si ritrova anche nei due fucili esposti, imbracciati da entrambi per difendere la Chiesa o per combattere contro il nemico comune.
Di fronte al museo invece è possibile vedere ancora oggi il carrarmato guidato da Peppone e trovato “per caso”, dopo la fine della Guerra, in “Don Camillo e l’Onorevole Peppone”.
Macchine da presa e set cinematografici concludono poi l’intero allestimento.
Non fermatevi solo nel museo, ma, seguendo la strada principale, raggiungere anche il centro del Paese.
Qui, ancora oggi, potrete vedere il Municipio e la Chiesa esattamente come allora e, dai due lati della piazza, Don Camillo e Peppone si scrutano e si osservano a vicenda.
Proprio la posizione di questi due edifici fu la motivazione che indusse il regista a scegliere questo luogo, al posto di un altro, per girare il film. Infatti doveva dare l’idea che i due eterni rivali fossero continuamente attenti alle mosse l’uno dell’altro.
L’enorme piazza, tagliata da una strada centrale, era perfetta per rappresentare le due opposte fazioni: da un lato i proclami dei comunisti guidati da Peppone e dall’altro le preghiere dei fedeli di Don Camillo.
All’interno della Chiesa Santa Maria Nascente è ancora possibile trovare il Cristo Parlante originale.
Attraverso la voce fuoricampo del Cristo, Guareschi, autore della saga, esprimeva la sua opinione e guidava la coscienza di Don Camillo, alla stregua di un grillo parlante.
Nel corso di oltre 20 anni qui furono girati tutti i 6 film della saga, compreso l’ultimo inedito “Don Camillo e i giovani d’oggi”. Proprio questo non verrà però mai trasmesso nelle sale a causa dell’improvvisa malattia di Fernandel.
Durante le riprese la produzione propose di far recitare le ultime scene alla sua controfigura, ma Gino Cervi si oppose perché “senza Don Camillo non aveva senso che ci fosse Peppone”.
Eterni amici ed eterni rivali sempre. Nella vita reale e in quella di fantasia.
Nome completo: Museo di Peppone e Don Camillo
Quando: il Museo di Peppone e Don Camillo è aperto tutto l'anno
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