Tre giorni fa, su consiglio di un’amica, ho partecipato ad una delle “Sere FAI d’estate“, un percorso a tema organizzato dal Fondo Ambiente Italiano per far conoscere le bellezze del nostro Paese.
Quest’anno ho deciso di andare alla scoperta del Castello della Manta, vicino a Saluzzo, in provincia di Cuneo.
Quindi zaino in spalla e… si parte!
Realizzata inizialmente come avamposto militare nel 1100, fu trasformata in una residenza nel 1400 e fu oggetto di numerosi ampliamenti fino al 1600. Nel corso del XV secolo, il Marchese di Saluzzo, Tommaso III, decise di lasciare il castello al figlio illegittimo Valerano. Sotto la sua guida avvenne il più grande sviluppo del castello e grazie a lui furono commissionati i principali affreschi che hanno reso celebre la dimora in tutto il mondo.
La struttura è ora in fase di ristrutturazione dopo anni di abbandono e oggi è possibile visitare solo poche sale, ma ne vale comunque la pena.
Il tour guidato inizia all’interno delle cucine, dove un’attrice travestita da sguattera spiega com’era la vita all’interno del castello.
Il gigantesco camino, in cui venivano cotte tutte le pietanze, è il vero protagonista della scena. Qui erano cucinati prelibati manicaretti per feste e banchetti. A differenza di altre strutture, quello della Manta presenta anche un pozzo inserito nella cucina, grazie al quale era possibile avere acqua pulita direttamente all’interno del castello.
Dalle cucine si può poi accedere, tramite lo scalone principale, alle sale nobili dei piani superiori.
La prima stanza che abbiamo visitato è adibita a biblioteca e contiene circa 2.500 volumi preziosi dei quali una parte è visibile sugli scaffali mentre gli altri sono ancora in fase di restauro, donati alla fondazione dall’ultima famiglia residente nel castello.
Abbiamo poi visitato la sala da pranzo e infine la sala del trono dove sono presenti gli affreschi tardogotici che hanno reso questo castello famoso in tutto il mondo.
Su uno dei due lati lunghi della stanza è raffigurata la leggenda della fonte dell’eterna giovinezza, mito molto diffuso nelle corti del periodo quattrocentesco. Gli affreschi rappresentano un vero e proprio spaccato della cultura, degli usi e dei costumi dell’epoca.
È dunque possibile vedere figure di diversa estrazione sociale (nobili, ricchi, poveri, vescovi…) che ormai stanchi, vecchi e ingobbiti cercano di recarsi alla fontana.
Tutti anelano quindi al raggiungimento di un unico obiettivo: recuperare la gioventù perduta. Raggiunta la fonte, si immergono per poi uscirne giovani e rinfrescati. Torna l’energia, il desiderio di vivere, la gioia e l’amore.
Il dipinto presenta anche due peculiarità.
La prima consiste nel fatto che su di esso sono presenti due fumetti, in cui è possibile leggere i dialoghi che si scambiano le figure. Nel primo un vecchio esorta, senza successo, la sua giovane serva a darsi da fare per poter raggiungere in fretta la fontana. Nel secondo un amante cerca di convincere la ragazza a seguirlo in un boschetto per sfruttare i piaceri della ritrovata giovinezza.
La seconda peculiarità riguarda invece la vegetazione che caratterizza il dipinto. Tutte le piante rappresentate sono una diversa dall’altra e si tratta principalmente di piante officinali presenti nella zona.
L’autore dell’opera, tutt’oggi sconosciuto, molto probabilmente, oltre a possedere ottime doti nel dipingere, aveva competenze anche nel ramo medico o erboristico.
Sul lato opposto al dipinto della Fontana della Giovinezza, è invece presente una sfilata degli eroi e dei modelli di Valerano. Ciascuna figura è riconoscibile dagli abiti che indossa o dagli oggetti che reca con sé, ma poiché all’epoca non era facile conoscere il vero volto delle persone, decise di sostituire i loro visi con quello delle persone a lui care. Possiamo quindi vedere ancora oggi il reale volto del Marchese Tommaso III, suo padre, e della Marchesa, sua moglie.
Sul possente camino che domina tutta la sala è invece presente lo stemma di famiglia con i colori e il motto della casata.
Il castello venne successivamente ampliato anche con la realizzazione di una sala da ballo sul cui soffitto erano raffigurate le Grottesche, ovvero disegni allegorici che richiamavano quelli presenti nella domus aurea di Nerone, e con un corridoio che congiungeva il salone da ballo con la camera da letto, in cui furono disegnati gli stemmi di casa Savoia in occasione della visita del Re.
La visita guidata si chiude infine con la camera da letto di Valerano in cui è tutt’ora presente il particolare letto a baldacchino.
Per completare in bellezza la giornata e se avete un po’ di tempo libero, un percorso molto suggestivo che potreste fare dopo la visita è passare da Pinerolo per poi scendere in Valle di Susa attraverso il Colle delle Finestre.
Tutto il tratto è incorniciato da splendide montagne, in cui è possibile avvistare veloci marmotte che corrono da una tana all’altra o mucche che brucano tranquillamente l’erba.
Qui la bellezza incontaminata della natura, la quiete e il relax sono di casa.
Nome completo: Castello della Manta
Quando: Dal 1° marzo al 31 ottobre: ore 10.00 - 18.00. Nel mese di novembre: ore 10.00 - 17.00
Prezzo: € 7,50 per gli adulti e € 4,00 per ragazzi da 4 a 14 anni. Ingresso gratuito per soci FAI, residenti nel comune di Manta e portatori di handicap
Dove: Via De Rege Thesauro 5, Manta (CN) - Italia
Come arrivare: Autostrada A6 Torino - Savona, uscita Marene, proseguire per Savigliano e Saluzzo. Da qui seguire i cartelli indicatori per Manta.
Sito web: www.fondoambiente.it/luoghi/castello-della-manta
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