L’altro giorno mentre tornavo a casa stavo ascoltando uno dei miei programmi radiofonici preferiti: “Pinocchio”, con la Pina, Diego e la Vale su Radio Deejay.
L’argomento era legato al sentirsi inadeguati in alcuni momenti della nostra vita. Un’ascoltatrice ha chiamato e ha raccontato la sua disavventura: qualche anno prima, alla festa di Natale aziendale, si era presentata con un vestito a paillette e la schiena completamente scoperta. Sulla parte posteriore del corpo capeggiava un gigantesco tatuaggio del maestro Horiyoshi III!
Da qui l’idea: creare un articolo dedicato ad uno dei più grandi tatuatori giapponesi e, più in generale, all’arte del tatuaggio nel Paese del Sol Levante.
Quindi zaino in spalla e… si parte!
Punto di partenza non poteva che essere lui: Horiyoshi III!
La sua vita è leggendaria tanto quanto la sua bravura!
Si dice che si innamorò dei tatuaggi vedendo quelli di un membro della Yakuza, la terribile mafia giapponese, mentre entrava in un bagno pubblico. A 12 anni si fece tatuare il suo primo disegno (una croce buddista sul braccio), e a 21 entrò in contatto con Horiyoshi I e Horiyoshi II.
Furono proprio questi due maestri a tatuargli l’intero corpo, trasmettergli tutte le loro conoscenze e conferirgli il nome di Horiyoshi III, in segno di ammirazione e rispetto.
Oggi all’età di 72 anni, di cui 40 impiegati nella realizzazione di opere meravigliose, Horiyoshi III continua nella sua incredibile missione.
Avere un tatuaggio come quello di Horiyoshi III equivale a possedere un’autentica opera d’arte sulla pelle. Il corpo nudo e pulito è quindi la tela su cui il maestro si sbizzarrisce e realizza i propri disegni.
Il suo stile è unico al mondo.
Realizza Irezumi, disegni con lo stile tipico della tradizione giapponese. Composti da colori molto vivaci e variopinti, presentano spesso dragoni, geisha, samurai, elementi naturalistici o epiche battaglie.
Il tatuaggio è sempre molto grande: può occupare tutta la schiena, una parte del torace o delle gambe.
Toglietevi della testa l’idea del tatuaggio piccolino sulla spalla o sul seno. Qui questo concetto non esiste! O tutto o niente!
Attenzione! Altra peculiarità di Horiyoshi: il cliente non può scegliere il tatuaggio che vuole, ma è il maestro stesso a realizzare quello che, secondo lui, è più rappresentativo della persona.
I tempi di attesa sono lunghissimi e possono variare dagli 8 mesi fino ai 2 anni.
Oggi nel suo studio a Tokyo, Horiyoshi continua a tatuare le persone che vengono da tutto il mondo per conoscere di persona il grande maestro.
A Yokohama è invece sorto il primo Horiyoshi Tattoo Museum, dove vengono esposti disegni delle sue opere, fotografie e gli strumenti moderni e tradizionali che vengono utilizzati nella realizzazione di un tatuaggio.
Il tatuaggio in Giappone non ha avuto vita facile.
In passato era una forma di tortura usata nelle carceri per far confessare i prigionieri. Un tatuaggio sul volto (o in altre parti visibili del corpo) era un chiaro monito per il resto della popolazione: bisogna fare attenzione a questa persona perchè ha commesso dei crimini!
Per la mafia giapponese, o Yakuza, il tatuaggio era invece uno dei segni distintivi dei membri della banda.
Nel Diciottesimo secolo quest’arte si diffuse anche nei quartieri frequentati da prostitute e donne di malaffare.
Il tatuaggio non era quindi ben visto dalla maggior parte della popolazione e, ancora oggi, chi mostra questi disegni viene guardato con dubbio e diffidenza.
Tutt’ora in alcuni casi è vietato esibirli in pubblico. Non è inoltre possibile ricoprire precisi ruoli lavorativi o entrare in alcuni luoghi, come palestre, spiagge o terme pubbliche, gli Onsen, dove ci si reca completamente nudi.
Nonostante tutte queste difficoltà, l’arte del tatuaggio permane ancora adesso e sta conoscendo una lenta, ma graduale diffusione.
Le conoscenze e le tecniche vengono tramandate di padre in figlio e i tatuatori più famosi al mondo hanno un ricco albero genealogico di antenati e avi che svolgevano la stessa professione.
Ogni opera viene realizzata attraverso bacchette di bambù e inchiostro colorato con cui viene incisa e dipinta le pelle. (Mi hanno detto che è molto doloroso!)
Nella cultura giapponese, come in quella di altre popolazioni, ogni disegno nasconde in sé una precisa simbologia.
Il dragone è così portatore di saggezza, mentre il fiore di loto rappresenta la rinascita e la vita stessa. Vi è poi la carpa, simbolo di costanza, tenacia e duro impegno. Il fiore di ciliegio richiama invece l’idea della vita che sfugge e della fugacità delle cose.
Il tatuaggio, in quest’ottica, diventa quindi una metafora della vita, caratterizzato da momenti che si alternano di gioia o di dolore e di valori che bisogna sempre seguire e tenere a mente.