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Home » Il Museo della carta a Fabriano: un viaggio dall’antichità fino a oggi
Alzi la mano chi almeno una volta nella sua vita da studente ha avuto un album da disegno Fabriano! Sono sicura che le persone che non hanno dipinto su un loro blocco sono veramente pochissime!
Questa volta mi sono recata dove tutto ha inizio: il museo della carta e della filigrana a Fabriano!
In questo articolo entreremo all’interno del museo, scopriremo i materiali e gli strumenti utilizzati per lavorare la carta dalle origini fino ai giorni nostri, conosceremo che cos’è la filigrana e come viene realizzato un oggetto molto prezioso: le banconote!
Quindi zaino in spalla e… si parte!
Prima di iniziare a leggere l’articolo, guarda questo breve video. Risale al 2013, ma è ancora sempre attuale (e molto divertente!)
(Dedicato a tutti quelli che credono che la carta sia morta!)
Forte vero?! Dura appena 30 secondi, ma ti fa subito capire quanto sia ancora importante l’uso della carta al giorno d’oggi!
Ci avevi mai pensato?!
Prima di addentrarci nella storia della carta e le sue evoluzioni, ho pensato di darti una serie di informazioni pratiche che potrebbero tornarti utili nell’organizzazione della tua prossima visita.
Il percorso dura circa un’ora e sono ammessi cani di piccola taglia.
Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Il prezzo del biglietto include le visite guidate che partono ogni 30 minuti.
Occorre prenotare prima direttamente sul sito del museo in quanto ogni visita guidata prevede un numero massimo di 15 persone.
Prenota la tua visita al museo della carta e della filigrana a Fabriano.
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Il prezzo del biglietto è di € 7,00 a persona.
Sono previsti degli sconti per le famiglie e Over65.
Per i residenti nel Comune di Fabriano e studenti iscritti presso istituti scolastici aventi sede a Fabriano, bambini sotto i 6 anni, giornalisti regolarmente iscritti all’Ordine, portatori di handicap e loro accompagnatori il biglietto è invece gratuito.
Il museo della carta e della filigrana di Fabriano si trova nel centro storico dell’omonima città, nelle Marche.
Può essere raggiunto comodamente sia in auto che in treno.
La Fabriano realizza carte da disegno molto particolari, compresa quella specifica per gli acquarelli che vedi qui a fianco.
La carta ha origine antichissime. Le prime tracce risalgono addirittura al 400 a.C. ad opera dei Cinesi.
Furono infatti proprio loro a inventare i primi metodi di lavorazione partendo da un mix di canne di bambù, cortecce, paglia di riso e foglie di tè.
Agli ingredienti così ottenuti veniva aggiunta della colla vegetale, ma il risultato finale era un materiale molto delicato e facilmente friabile.
Questa ricetta segreta venne custodita gelosamente per centinaia di anni dai maestri artigiani e rimase chiusa fra i confini dello Stato cinese.
Nel VIII secolo d.C., i Paesi Arabi iniziarono a loro volta a sviluppare una tecnica per la produzione della carta.
Questa volta niente paglia di riso o bambù, ma solo tanti… pezze di tessuto vegetale! Dalle stoffe più pregiate a quelle usate nella vita di tutti i giorni! Gli Arabi non facevano distinzione! Arrivarono addirittura a utilizzare le bende delle mummie trafugate dalle tombe!
I tessuti venivano pestati e ammorbiditi fino a trasformarsi in un materiale perfetto per essere scritto.
Anche in questo caso però continuava ad esserci un grande problema: la fragilità!
Veniva usata sempre una colla di origine vegetale che permetteva di impermeabilizzare in modo adeguato il foglio, ma era ancora molto delicato.
Decisamente più resistente rispetto alla carta invece era la pergamena, ottenuta attraverso l’utilizzo di pelli di pecora.
Una carta molto particolare per la tecnica della pittura a olio.
Tutto made in Fabriano!
All’interno del museo della carta e della filigrana di Fabriano è possibile vedere ancora la gigantesca macchina in cui venivano messi gli stracci tagliati. Questi tessuti erano immersi nell’acqua e poi si azionava il congegno. Il funzionamento era molto simile a quello di un mulino e veniva avviato grazie all’acqua del vicino fiume che forniva energia.
Al termine di questa procedura gli stracci erano ormai ridotti in una poltiglia che, attraverso dei secchi venivano portati in un tino per la successiva lavorazione, dove seguivano un secondo passaggio sotto l’attenta lavorazione del maestro cartaio.
Il materiale ottenuto durante la lavorazione nel tino, veniva poi versato in appositi telai e, con una particolare tecnica, veniva eliminata l’acqua in eccesso ancora presente. In questo modo venivano intrecciate le fibre e si creava una superficie compatta.
I fogli, dopo essere stati lavorati dal mastro cartiere, venivano poi schiacciati sotto un’apposita pressa.
Il risultato così ottenuto non era però ancora quello definitivo. La carta, infatti, assorbirebbe eccessivamente l’inchiostro e senza permettere una lettura chiara.
Dopo aver pressato i fogli, questi venivano quindi impermeabilizzati, attraverso l’immersione in una soluzione derivante dalla bollitura delle pelli delle vicine concerie.
Dopo essere stati impermeabilizzati i fogli venivano poi lisciati, appesi e messi ad asciugare su uno stenditoio grazie a particolari pinze con cui i fogli venivano pizzicati.
Nell’impasto possono inoltre essere aggiunti componenti vegetali per dargli una particolare colorazione.
Con il passare degli anni e in seguito alla rivoluzione francese, le vecchie tecniche di produzione della carta vennero sostituite con l’introduzione di un macchinario più specializzato: la macchina continua per la produzione della carta.
Oggi il museo di Fabriano ha una riproduzione in scala di questo strumento. Ne esistono solo 3 al mondo e uno di questi è proprio di casa a Fabriano!
Un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di questo museo e della città nel panorama internazionale!
Viste le dimensioni gigantesche di questa macchia è necessario un intero stabilimento per poterla ospitare tutta!
Questo macchinario controlla tutto il processo produttivo: dalla lavorazione delle materie prime fino alla creazione della bobina di carta.
Con questo strumento possono essere prodotte diverse tipologie di carta: dalla più pregiate alla più semplici.
Non solo bianca, ma anche coloratissima!
È la carta multicolor Fabriano!
Come abbiamo visto, la carta è il risultato di una combinazione di mix e prodotti. Non esiste una ricetta standard in realtà, ma gli ingredienti possono variare da Paese a Paese.
Oggi alcuni dei materiali più utilizzati sono la canapa e cotone.
Ma non sono gli unici! Infatti in alcuni Stati come la Thailandia viene estratta la cellulosa presente negli escrementi essiccati degli elefanti, mentre in California viene utilizzata quelli dei cavalli californiani.
Durante la fase di lavorazione della carta, grazie a speciali telai, si poteva realizzare anche la filigrana, ovvero un’impronta che si può vedere molto bene all’interno del foglio semplicemente esponendolo alla luce.
Il nome filigrana deriva dal fatto che si parte dal filo di metallo che veniva piegato e cucito a mano sopra la tela rimanendo così a un livello superiore.
Il fatto che la filigrana fosse nata a Fabriano non è stato un caso. Qui infatti un tempo lavoravano anche numerosi fabbri. Qualche mastro cartiere ha quindi avuto l’idea di unire una decorazione della carta grazie a un metallo.
La filigrana diventa la firma di nobili e aristocratici. Un vero e proprio marchio di fabbrica!
Il più antico simbolo di filigrana ritrovato a Fabriano è proprio quello di un otto rovesciato, simbolo dell’infinito.
In seguito la filigrana diventerà uno degli elementi distintivi per riconoscere le banconote vere da quelle false!
Grazie a Gianbattista Milani, uno degli eredi dell’imprenditore Pietro Miliani costruttore della cartiera Fabriano che conosciamo noi oggi, nascerà inoltre la filigrana artistica, una vera e propria arte basata sulla tecnica del chiaro-scuro che dà l’idea che le immagini escano dal foglio. Un autentico effetto in 3D!
Questa tecnica è estremamente difficile e richiede un lavoro di minuziose incisioni su lastre che vengono poi lavorate mediante un processo di elettrolisi.
A Fabriano viene realizzata anche una carta molto speciale: quella delle banconote!
Ebbene sì, solo qui in tutta Italia viene creata la carta per produrre le banconote.
In questo caso ci troviamo nel Fabriano Security.
La tecnica particolare con cui vengono preparate le banconote è talmente rinomata in tutto il mondo che il Fabriano Security ha fornito le sue conoscenze e competenze anche ad altri Paesi, fra cui gli Stati Uniti.
Il knowhow dei mastri cartai di Fabriano è difficile da imitare!
Un tempo veniva utilizzata l’incisione della filigrana, mentre oggi le banconote dell’euro vengono prodotte in serie serigrafate.
Pietro Miliani è il fondatore della Cartiera Miliani Fabriano che conosciamo noi oggi. Alla fine del 1700 accorpa quattro delle cartiere all’epoca presenti, portando avanti la qualità eccelsa nell’arte del disegno.
La cartiera passa di mano da figlio in figlio fino ad arrivare a Gianbattista. Lui sarà la persona che più di chiunque altro darà una svolta all’impresa di famiglia, unendo alla carta la sua passione per la chimica e facendola entrare nel settore delle carte di sicurezza e l’evoluzione della filigrana come opera artistica.
Vedere il processo di lavorazione della carta e come questo è cambiato nel corso del tempo è un’esperienza assolutamente unica.
Camminando per le sale di questo particolare museo, mi sono resa conto di tutto il lavoro che può esserci dietro un semplice foglio. Una lavorazione frutto di lunghi studi, tentativi, errori e scoperte che ha attraversato i secoli e oggi ci permette di avere la carta che tutti i giorni utilizziamo.
Forse il marito di Emma, conosciuto nel video all’inizio dell’articolo, non aveva poi così tanto ragione!
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Sono Elisa e ho due grandi passioni: viaggiare e leggere libri!
Mi piace girare il mondo e scoprire cosa si cela dietro a ogni luogo: la sua storia, i suoi aneddoti e le sue leggende!
Nome completo: Museo della Carta e della Filigrana
Quando: Aperto da martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Prezzo:
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