Oggi è venuto a trovarci, per la seconda volta, un amico e appassionato di viaggi: Guido Favro.
Dopo aver sciato lungo le montagne cinesi, questa volta ci racconta la sua avventura in Australia fra surf, divertimenti e… burocrazia!
Quindi zaino in spalla e… si parte!

Elisa: Da cosa è nata l’idea del tuo viaggio in Australia?
Guido: Probabilmente la prima volta che ho iniziato a pensare di andare in Australia risale a quando, dopo aver provato a fare surf una decina di anni fa e aver iniziato a sognare di farlo nei posti più belli al mondo, mi sono imbattuto nelle foto della Gold Coast australiana e poi di Bondi Beach.
Quindi un po’ per la questione surf e un po’ per la libertà che l’Australia può dare, per anni ho continuato a fantasticare su un’eventuale partenza, finché in un periodo di crisi mistica ed esistenziale (che prima o poi colpisce tutti, quindi occhio!), ho deciso di farlo e partire per Sydney.
(Anche se ora con la teoria del terrapiattismo non so proprio dove io sia finito.. 😀 ).
Si parte! Destinazione Australia!
Quello che però volevo era andare a vivere a Bondi Beach, famosa per il surf, i locali e i vari eventi che organizza.
Dopo i primi dieci giorni in cui mandavo e portavo curriculum praticamente ovunque (tenendo conto del pessimo e vergognoso inglese che avevo!) ho trovato lavoro proprio a Bondi Beach in un’hamburgeria vicino alla spiaggia.
Sempre grazie ai contatti della mia amica, sono riuscito ad affittare una camera in una casa condivisa con due ragazzi e una ragazza, e da lì mi sono potuto rilassare e iniziare a godermela.
Ho comprato uno skate con cui andavo a lavorare, il surf, mi sono iscritto in palestra, in piscina e a un corso di inglese. Non sono riuscito a girare completamente l’Australia perché ho vissuto lì solo sei mesi ed è veramente una continente enorme.
Ho conosciuto però tantissime persone che arrivavano da qualunque parte del mondo e questo mi ha aperto la mente in un modo indescrivibile.
Elisa: Perché hai scelto proprio Bondi Beach?
Guido: Direi che sono state una serie di combinazioni a farmi arrivare lì proprio dove avrei voluto e la più importante è stata sicuramente la fortuna di conoscere qualcuno che vivesse a Sydney. In più, volendo vedere com’è vivere una vita come i surfisti californiani nei film tra skate, surf e tutto quello che ci ruota intorno, ho cercato di fare il possibile per realizzarla.

Attività e tempo libero in Australia
Elisa: Cosa consiglieresti di visitare o quale attività suggeriresti di fare?
Guido: Premetto che l’ambiente cittadino non fa per me e vivrei in città solo se non potessi veramente fare altrimenti, ma Sydney, nonostante conti più di 4milioni e mezzo di persone, è bellissima.
A differenza di come siamo normalmente abituati, tutto funziona perfettamente, dai mezzi pubblici al senso civico dei cittadini.
Ovviamente non può mancare la visita all’Opera House, l’edificio più conosciuto e caratteristico della città. E certo, la Storia australiana è relativamente recente e quindi non ci si può aspettare quel genere di monumenti che invece abbiamo in Italia, ma quello che hanno lo sanno far risaltare egregiamente.
Per quanto riguarda le attività da fare, pensa a una qualsiasi cosa che vorresti provare e lì puoi farla.
Informazioni utili per l’Australia
Elisa: Spesso uno dei problemi più grandi per chi decide di intraprendere un’esperienza come la tua riguarda l’aspetto burocratico/legale. A questo proposito, quali sono i documenti che hai fatto o hai dovuto preparare prima della partenza?
Guido: Quando sono andato io si poteva richiedere il “working holiday visa” fino all’età di 31 anni, facendo facilmente tutto online. E’ il visto migliore se si è sotto questo limite di età perché permette di lavorare e quindi di potersi mantenere e poter vivere appieno l’Australia.
Comunque, che sia l’Australia o un qualsiasi altro Paese, consiglio a chiunque di fare un’esperienza di questo tipo, soprattutto a chi magari ha appena finito l’università o chi, come era successo a me, è in piena crisi esistenziale. Si ha troppa fretta di infilarsi in un mondo del lavoro che, se non si è fortunati ed è quello che succede alla maggior parte delle persone, rischia di diventare un loop infinito da cui più si va avanti e più è difficile uscirne. Non credo che la vita sia aspettare il weekend e quindici giorni di vacanza ad agosto, quindi partite e provateci!
