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Home » Le gru nella simbologia giapponese
La prima notte che sono arrivata a Tokyo ricordo che in hotel ho trovato a darmi il benvenuto una coppia di gru di origami.
Erano accompagnate da un bigliettino su cui si diceva che questi uccelli in Giappone sono considerati un animale di buon auspicio. Sono simbolo di prosperità, buona sorte e lunga vita.
Ho voluto dedicargli un post speciale perché rappresentano uno dei emblemi culturali più forti nel Paese del Sol Levante, ma spesso quasi completamente sconosciuto al mondo occidentale.
Quindi zaino in spalle e… si parte!
Per poter apprendere appieno il suo significato, occorre però partire dalla gru stessa.
In Giappone è presente una razza chiamata “Japonesis” (o della Manciuria). Il suo piumaggio è nero, bianco e rosso, questi ultimi due considerati simbolo di purezza e bellezza.
Non a caso sono gli stessi colori e lo stesso concetto di purezza che le Geisha cercano di richiamare attraverso i trucchi del loro viso.
È un’animale fedele e monogamo. Per questo motivo regalare una gru a una coppia di fidanzati o di sposi è considerato simbolo benaugurate di una lunga e duratura vita insieme.
Credenza vuole che questo volatile possa vivere fino a mille anni.
Si è così diffusa la leggenda che se si vuole far avverare un desiderio, bisogna realizzare mille gru in origami.
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Se andrete in Giappone, vi capiterà spesso di vedere tantissime file di mille gru appese.
Alcune sono state realizzate per far avverare un desiderio o forse sono solo per ringraziare la buona sorte e il fato.
Sicuramente il posto dove ho visto il maggior numero di questi origami è Hiroshima.
Spesso sono state realizzate per chiedere la guarigione da una brutta malattia, perché ancora oggi tantissime persone muoiono a causa dei tumori e delle leucemie che derivano dallo scoppio dell’ordigno, avvenuto il 6 agosto del 1945 durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il “Museo della Bomba” e il “Parco della Pace” antistante sono i due monumenti commemorativi che testimoniano quello che è successo, i danni che l’ordigno ha provocato e vogliono essere un monito contro tutte le armi e le guerre.
La visita è davvero psicologicamente molto faticosa e ancora adesso, a un anno di distanza, per me è difficile parlarne senza avere un groppo in gola.
La storia di Sadako Sasaki può essere letta in questo dolcissimo libro, “Il Gran Sole di Hiroshima”.
All’interno del museo sono presenti anche le gru in origami realizzate da Sadako Sasaki, una ragazza diventata tristemente famosa in Giappone per la sua storia. Quando esplose la bomba, Sadako aveva solo 2 anni. Lei non venne colpita direttamente e apparentemente rimase illesa. All’età di dodici anni, quindi dieci anni dopo, nel mese di febbraio, le venne diagnosticata una leucemia particolare, riconducibile proprio a quelle provocate dall’ordigno.
Conoscendo la leggenda, decise di realizzare mille gru affinché il suo sogno di continuare a vivere si avverasse.
Ne creò tantissime di dimensioni e colori diversi. Dei veri e propri capolavori.
Alcune talmente piccole che per poterle realizzare era necessario usare un ago da cucito.
Giorno dopo giorno, nel suo letto di ospedale, realizzava queste piccole creazioni di carta, convinta che ce l’avrebbe fatta, si sarebbe salvata.
Nonostante tutti i suoi sforzi, la leucemia prese però il sopravvento e Sadako morì nell’ottobre dello stesso anno.
La storia di Sadako, delle sue gru e della sua voglia di vivere colpì tutto il popolo giapponese.
Successivamente in suo onore venne eretta una statua nel Parco della Pace, dove ancora oggi ghirlande di origami vengono lasciate da turisti o semplici visitatori, nella speranza che altri desideri possano avverarsi.
Sadako e le sue gru sono quindi diventate il simbolo della pace nel mondo.
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Sono Elisa e ho due grandi passioni: viaggiare e leggere libri!
Mi piace girare il mondo e scoprire cosa si cela dietro a ogni luogo: la sua storia, i suoi aneddoti e le sue leggende!
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