Dopo “Dove il vento grida più forte”, Robert Peroni ha nuovamente stupito i suoi lettori con un secondo libro altrettanto eccezionale: “I colori del ghiaccio. Viaggio nel cuore della Groenlandia e altri misteri nella terra degli Inuit”.
Mentre nel suo primo romanzo, il viaggiatore italiano ha descritto la sua vita insieme al popolo degli Inuit, gli usi e i costumi, il loro stile di vita e le difficoltà che stanno incontrando a causa del contatto con il mondo occidentale, nel secondo libro racconta invece uno dei ricordi più vividi della sua vita: l’esplorazione dell’altopiano Groenlandese insieme a due compagni nel 1983.
Immaginate per un momento di viaggiare lungo una terra simile. Si tratta di un luogo praticamente inesplorato, talmente freddo e soggetto a condizioni meteorologiche estreme che né uomini né animali riescono a sopravvivere (durante i tre mesi di esplorazione incontrerà solo qualche uccello e una foca!).
Una terra dove è impossibile comunicare con qualsiasi altra persona e tantomeno chiedere aiuto in caso di difficoltà.
Non c’è la possibilità di procurarsi cibo e quindi sei obbligato a portare tutto con te (e sperare che ti basti, perché altrimenti morirai di fame!).
Non sai come andrà questa spedizione e (soprattutto se riuscirai a tornare a casa vivo!) perché nonostante tu possa avere molta esperienza, tanto dipende anche dalle condizioni meteorologiche, dalla capacità di “seguire la rotta giusta” e dalla fortuna!
A tutto questo si aggiunge naturalmente la componente psicologia, legato alla paura di non sopravvivere, alla tristezza, al senso di sconfitta che si può provare e alle (inevitabili) litigate con i membri del team.
“I colori del ghiaccio” racconta di tutto questo.
Mentre leggevo il libro pensavo che, nonostante tutte queste difficoltà e pericoli, il richiamo e la curiosità verso l’ignoto di Robert Peroni, insieme ai suoi due compagni (e più in generale tutti gli esploratori odierni e che la storia ci ha regalato), è stato più forte della paura di ciò che avrebbero potuto affrontare.
C’è una frase che rappresenta bene questa idea proprio all’interno del testo: “I tre mesi vissuti lungo l’altipiano Groenlandese sono quelli in cui ho perso e vinto tutto”.
È quel misto di genialità e pazzia (non sai bene dove finisce uno e inizia l’altro) che ha guidato tutti i più grandi pionieri e avventurieri.
I pericoli e le difficoltà vengono quindi superati dalla bellezza del luogo, dove, come dice lo stesso Peroni, il tuo sguardo si perde fino all’orizzonte per chilometri e chilometri perché non c’è niente e nessuno che si frappone in mezzo.
È possibile vedere mille colori e sfumature di bianco, la bellezza di un paesaggio incontaminato. Vivere in uno spazio dove c’è solo il silenzio. Un silenzio talmente forte da diventare assordante. Una terra dove l’uomo viene letteralmente sopraffatto dalla natura. Non credo sia possibile trovare in nessuna altra parte del mondo una quiete simile.
Il libro racconta con sincerità e schiettezza non solo le gioie, ma anche le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Non c’è romanticismo in esso, ma una testimonianza diretta di chi quell’esperienza l’ha vissuta davvero, fino in fondo.
È un inno alla natura che riduce un po’ il delirio di onnipotenza e supremazia che spesso abbiamo nei confronti della Madre Terra.
Credo che sia una lettura imperdibile non solo per gli amanti di questa terra selvaggia, ma anche per tutti coloro che sentono dentro di sé lo spirito della scoperta e dell’avventura, spinta ai massimi livelli. Dedicata a coloro che non si fermano mai, non conoscono limiti e vogliono esplorare il mondo verso tappe che (sicuramente) non sono presenti sulle tradizionali guide turistiche!
Titolo: I colori del ghiaccio. Viaggio nel cuore della Groenlandia e altri misteri nella terra degli Inuit
Autore: Robert Peroni
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di edizione: 2014
Lingua: italiano
Pagine: 182
Disponibile in e-book: Sì
EAN: 9788820057374
Prezzo: € 15,90 versione cartacea