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Roberto Pagani e il mare d'Islanda

Un italiano in Islanda | Intervista con Roberto Pagani

Se dovessi definire l’Islanda in due parole, le prime che mi verrebbero in mente sono sicuramente “bellissima” e “selvaggia”.
La presenza, o meglio, l’assenza dell’uomo in molte parti di quest’isola ha fatto sì che la natura crescesse in modo rigoglioso e incontaminato.
L’Islanda è una di quelle mete in cima alla mia lista dei desideri. Una terra leggendaria, selvaggia e misteriosa che mi ha sempre affascinata.
In questo articolo saremo in compagnia di un ospite molto speciale. Il suo nome Roberto Pagani ed è l’autore del blog “Un italiano in Islanda”.
Infatti chi meglio di colui che ci vive direttamente, può raccontare le meraviglie che questa terra ha da offrire?!
Quindi zaino in spalla e… si parte!

Indice

Roberto Pagani Un italiano in Islanda
Roberto Pagani, autore del blog Un italiano in Islanda

Chi è Roberto Pagani?

Elisa: Roberto, potresti iniziare a raccontarci qualcosa di te e di come sei arrivato in Islanda?

Roberto: Sono uno studioso del Medioevo islandese, insegno all’Università d’Islanda e traduco saghe dall’islandese antico. Mi piace anche fare la guida turistica e, naturalmente, fare divulgazione sui social.
Ho scelto di studiare lingue scandinave all’università per curiosità e al primo anno abbiamo studiato la letteratura medievale islandese. Me ne sono innamorato e ho deciso di venire in Islanda per ottenere una laurea magistrale in studi medievali islandesi.
Pensavo che sarei tornato in Italia per proseguire gli studi, ma arrivato il momento di tornare non me la sono sentita. Qualcosa mi diceva di restare. Ho trovato un lavoro come insegnante all’università, ho iniziato un dottorato e poi ho trovato l’amore. Ormai questa è casa mia!

Un vulcano in eruzione in Islanda
Un vulcano in eruzione in Islanda
Paesaggio islandese con cavallo
L'Islanda è in grado di offrire dei panorami mozzafiato

Un italiano in Islanda, il blog per gli amanti delle selvagge terre nordiche

Elisa: Hai fondato un blog intitolato “Un italiano in Islanda”. Com’è nata l’idea di scrivere questo sito?

Roberto: Negli anni dell’università avevo aperto un blog che usavo come spazio per condividere quello che stavo imparando. Era soprattutto un modo per motivarmi, vedendo qualcosa di concreto materializzarsi dai miei studi.
Quando sono arrivato in Islanda ho continuato su quel filone, riversando le mie nuove esperienze e conoscenze in questo spazio virtuale.
All’inizio mi seguivano soltanto una ristrettissima cerchia di appassionati, poi ho aperto la pagina Facebook e il passa parola deve aver fatto la differenza. Il mio seguito è lievitato in un modo che non mi sarei mai aspettato, ma del quale sono davvero grato, perché dà un senso a tutto l’impegno che ho messo nello studiare e capire questa cultura. Più scrivo, più mi rendo conto che sto appena grattando la superficie di questo mondo così ricco e affascinante.

Ti serve una guida per l’Islanda?!

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Paesaggio islandese di Reykholt
Le montagne di Reykholt

Cosa vedere in Islanda e qual è il periodo migliore per visitarla

Elisa: Per chi ama l’Islanda o vorrebbe visitarla, un blog come il tuo è sicuramente fonte di ispirazione. Inoltre viene descritta da una persona che qui ci vive tutto i giorni. Capisco quindi il motivo del tuo successo! 🙂 Quali zone consiglieresti di vedere a una persona che non è mai stata in questo Paese e durante quale periodo dell’anno?

Roberto: Consiglio di non affidarsi troppo a Instagram e alle mete canoniche. Bellezze naturali e siti di interesse storico e culturale sono ovunque.
Consiglio di non programmare tappe serrate calcolando i minuti di percorrenza, ma farsi un programma più rilassato che dia spazio all’improvvisazione.
Anche se l’Islanda è bella tutto l’anno, ai principianti consiglio l’estate per una questione climatica: in inverno può capitare una brutta tempesta che obbliga a restare al chiuso per giorni e una cocente delusione. È anche il periodo delle aurore boreali, però bisogna valutare i rischi e i benefici molto bene.

Roberto Pagani in Islanda
Roberto Pagani con uno dei tipici maglioni islandesi

Consigli per una vacanza low-cost in Islanda

Elisa: L’Islanda è una di quelle mete che in tantissimi sognano, ma molti purtroppo non riescono a visitare perché molto cara. Avresti qualche consiglio da dare per poter viaggiare in questo Paese in modo più low-cost?

Roberto: Nel 2013 ero venuto per una settimana e avevo speso circa € 500,00, sfruttando Couch Surfing per gli alloggi e senza avere un bagaglio da stiva.
Avevo fatto il classico circolo d’oro, whale watching, tour a cavallo e visitato i musei della città. Oggi i prezzi sono lievitati parecchio, ma si può risparmiare accontentandosi di alloggi più spartani, facendo la spesa in modo oculato e dividendo i costi con compagni di viaggio.
Si può risparmiare anche limitando gli spostamenti ed esplorando a fondo una zona più ristretta, dedicandosi a escursioni a piedi anziché bruciare litri e litri di benzina sfrecciando in auto intorno all’isola.

La Cascata di Reykjafoss in Islanda
La Cascata di Reykjafoss in Islanda

Hai già condiviso questo viaggio?

Fiordo Skagafjorour e il museo Langhus Farm
Roberto Pagani nel Fiordo Skagafjorour

Consigli per chi volesse trasferirsi in Islanda

Elisa: E per tutti coloro che invece non fossero in grado di accontentarsi di una semplice vacanza, ma decidessero di cambiare radicalmente vita e venissero a vivere in qui? Quali sono gli aspetti positivi e negativi che tu hai trovato?

Roberto: Non buttarsi soltanto per farlo, senza un piano. L’Islanda non è un Paese per tutti ed arrivare attratti dalle leggende che circolano sul paradiso nordico, nascondo una realtà complessa e difficile.
Si tratta di un Paese molto omogeneo, fatto di relazioni familiari e amicali consolidate, dove inserirsi è difficile, a meno di non conoscere la lingua (e impararla non è un’impresa per cuori deboli!).
Sicuramente consiglierei a chi vuole venire qui di concentrarsi sulla lingua e non rimandare con la scusa che con l’inglese ci si arrabatta: senza l’islandese non si ottengono facilmente lavori o mansioni ben remunerate, è più difficile fare carriera ed è più difficile trovare un buon lavoro, a meno che non si tratti di qualcosa di altamente specializzato, per cui la carenza di personale altamente qualificati impone di mettere la competenza linguistica in secondo piano.
L’aspettò più positivo che ho riscontrato è l’informalità, la flessibilità e la relativa assenza di gerarchie estremamente rigide e strutturate. Gli aspetti negativi che sento più spesso di citare riguardano la difficoltà nell’inserirsi, l’isolamento e a volte il clima, mentre a livello personale trovo il costo della vita e il mercato immobiliare come delle gravi pecche. Comprare casa per molti è quasi impossibile a meno di ricevere aiuti o al prezzo di pesanti sacrifici. La chiave del discorso è che un Paese perfetto non esiste, e quello che funziona e piace ad alcuni può non funzionare e non piacere ad altri. Per questo è importante riflettere e fare scelte consapevoli.

Elisa: Si, sono d’accordo con te. Quando si decide di cambiare radicalmente stile di vita, occorre farlo con un programma ben definito e valutando bene costi e benefici. In questo modo il rischio che qualcosa vada storto sarà sicuramente più basso. Roberto, grazie ancora per tutte le informazioni che ci hai fornito e speriamo di venire a trovarti presto in Islanda!

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Elisa Mout

Elisa Mout

Sono Elisa e ho due grandi passioni: viaggiare e leggere libri!
Mi piace girare il mondo e scoprire cosa si cela dietro a ogni luogo: la sua storia, i suoi aneddoti e le sue leggende!

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